El geógrafo Estrabón

 

StrabOn

The Online Strabo Project

 

Il progetto StrabOn nasce da una constatazione che è stata fatta indipendentemente da tutti gli studiosi di Strabone che hanno consultato l’edizione con commento di Stefan Radt. Che dal punto di vista ecdotico l’edizione di Radt abbia rappresentato un netto progresso rispetto a tutte le edizioni critiche precedenti è opinione condivisa, anche se è naturale che non tutti siano d’accordo su tutte le scelte (1).

Ma è opinione altrettanto largamente condivisa che il commento, pur utile e prezioso, specialmente per i libri privi di strumenti esegetici moderni (2), tocchi soltanto alcuni aspetti fra i tanti o tantissimi che la Geografia presenta. Di questo non si può fare una colpa all’autore perché commentare Strabone richiede una varietà di competenze, per giunta relative all’intera ecumene, che un solo studioso non può possedere, come dice l’aedo, “ché bastanti a questo / non dieci lingue mi sarìan né dieci / bocche, né voce pur di ferreo petto” (Iliade 2. 489-490 nella traduzione di Vincenzo Monti).

Peraltro, la quantità di notizie bisognose di un commento porterebbe rapidamente a far crescere la mole dell’opera fino a dimensioni non sostenibili da nessun editore e da nessuna biblioteca e il commento a Strabone finirebbe per occupare uno spazio paragonabile a quello della Biblioteca de Babel di Jorge Luis Borges. Il paragone, sicuramente audace, non è del tutto improprio: la Geografia è un’enciclopedia del mondo che contiene una mole immane di notizie e rinvia a infinite altre, creando una rete che si può estendere fino a coprire l’intero mondo conosciuto, come, per rimanere a Borges, la carta geografica perfetta ideata dai cartografi imperiali (Del rigor en la ciencia). D’altra parte lo stesso Strabone aveva definito la sua opera una κολοσσουργία, rinviando implicitamente a una delle sette meraviglie del mondo antico: il Colosso di Rodi.

Da questa constatazione è nata l’idea di utilizzare le tecnologie informatiche per proporre un commento a Strabone completamente nuovo come impostazione. Per sgombrare il campo da equivoci, non si intende realizzare un sito aperto a tutti i contributi, una specie di WikiStrabo, con uno scarso o limitato controllo sui contenuti che si vanno a inserire, ma di fare confluire contributi selezionati da un comitato scientifico e da curatori scelti per ciascun libro in un sito che permetta di collegarli immediatamente con il testo o con i testi a cui fanno riferimento. Il sito può contenere anche link a lavori pubblicati altrove, bibliografia, carte geografiche e molto altro.

L’idea di un progetto che ruotasse intorno a Strabone è venuta naturalmente durante la prima riunione di GAHIA ed è andata crescendo fino a prendere una forma sempre più definita.

Il testo di Strabone verrebbe corredato da apparati e link via via che vengono proposti contributi su singoli passi o sezioni dell’opera. I contributi potrebbero essere sottoposti a una rivista online, con due uscite l’anno, e pubblicati dopo attenta verifica da parte dei curatori dei singoli libri e referee esterni. In questo modo chi contribuirà al progetto pubblicherà all’interno di una rivista scientifica dotata di ISSN e i suoi articoli potranno essere valutati nei vari processi di ranking, nazionali e internazionali.

Il modello qui sinteticamente proposto può essere utilizzato anche in altri casi e in altre discipline, che richiedono apporti interdisciplinari e complessi.

Il progetto può aver successo soltanto grazie a un’estesa rete di studiosi che lo alimentano e che, a loro volta, coinvolgono altri studiosi delle discipline più varie: oltre agli antichisti, filologi, storici, archeologici, sono necessari per commentare Strabone zoologi e botanici, specialisti di storia della cartografia e astronomi, geologi, esperti di lingue antiche, dall’antico persiano alle varie forme della lingua egiziana antica, etc. Insomma studiosi di tutte le aree dello scibile umano, compresi esperti nelle letterature moderne e nella storia della scienza per studiare il Nachleben di Strabone e dei temi da lui toccati.

L’informatica permetterebbe di dematerializzare il colosso, estendendolo attraverso la rete, a tutti gli aspetti che Strabone tocca: è l’unica possibile realizzazione di quella Biblioteca de Babel che è poi la realtà stessa.

 

Note

(1) Cfr. Pothecary 2003; Dorandi 2005

(2) Se mettiamo da parte il commento di Radt e le brevi note di commento contenute nell’edizione della Collection Budé pubblicata da Les Belles Lettres, peraltro non ancora completa (sono usciti i libri I-XII e XVII), e in altre edizioni con traduzione (Biblioteca Universale Rizzoli, nella quale sono stati pubblicati i libri III-VI, VIII, XI-XII; Biblioteca clásica Gredos, nella quale sono stati pubblicati i libri I-XIV), gli unici libri dotati di commenti moderni sono III (Cruz Andreotti – Espelosín – García Quintela 2007), IV 1 (Dirkzwager 1975), V-VI e XIV-XVII (Biffi 1988, 1999, 2002, 2005, 2009). Per un quadro completo rinvio al sito curato da Sarah Pothecary (www.strabo.ca).

 

Riferimenti bibliografici

BIFFI, N., L’Italia di Strabone. Testo, traduzione e commento dei libri V e VI della Geografia, Genova 1988

BIFFI, N., L’Africa di Strabone. Libro XVII della Geografia, Modugno 1999

BIFFI, N., Il Medio Oriente di Strabone. Libro XVI della Geografia, Bari 2002

BIFFI, N., L’Estremo Oriente di Strabone. Libro XV della Geografia, Bari 2005

BIFFI, N. L’Anatolia meridionale in Strabone. Libro XIV della Geografia, Bari 2009

CRUZ ANDREOTTI, G., ESPELOSÍN, J. G., GARCÍA QUINTELA, M. V., Estrabón: Geografia de Iberia, Madrid 2007

DIRKZWAGER, A., Strabo über Gallia Narbonensis, Leiden 1975

DORANDI, T., Review of Radt 2002-, Mnemosyne 58 (2005), 138-141

POTHECARY, S., Review of Radt 2002, Bryn Mawr Classical Review 2003.07.08

RADT, S., Strabons Geographika, 1-10, Göttingen 2002–2011